Castelli di carta…

Fra le pieghe di una carta che ha rinnovato il suo colore, tingendosi della lotta di chi ora più che mai ha l’esigenza di esprimere il suo dissenso, le sue riflessioni e la sua proposta di un mondo alternativo, Origami ha aperto le ali di una gru che sorvola i quartieri di Firenze fra disagi comuni e spazi autogestiti, fra lotte sociali e modi in cui realizzarle. Si apre al confronto e si tuffa, cambiando nuovamente la sua forma; come un pesce si muove nel mare di piattaforme che permettono, attraverso canali liberati dal controllo digitale, la condivisone di saperi e aggiornamenti dal mondo. Ciò che più rafforza la sua personalità sta nel polimorfismo, la sua adattabilità ad affrontare molteplici contesti, rimanendo coerente nel suo messaggio; così la nostra politica conosce come il potere e l’inganno si manifestano in ogni spazio e lavora per sovvertirli partendo non dalla legge, ma da chi la vivrà in prima persona: un lavoro che necessita di tante piegature, tante volte tornare indietro e aggiustare, un lavoro di precisione, passione e volontà di riscatto. Quotidianamente diventa un mulino a vento, capace di raccogliere rabbia e trasformarla in energia incanalata, diretta verso il giusto obiettivo: una ventola di aria pulita su una città continuamente sotto attacco, un luogo dove spuntano castelli di carta, idee di libertà fra frontiere di cemento.